Santo Stefano

Non si possiedono elementi per stabilire quali fossero le peculiarità architettoniche del santuario; possiamo solo ipotizzare una stretta connessione strutturale fra l’oratorium visitato dai pellegrini che utilizzavano l’Itinerario de Locis e il monastero ricordato nelle altre fonti.Descrizione: Quale fosse l’oggetto del culto è dichiarato nell’Itinerario de Locis (il solo che faccia riferimento in maniera esplicita ad un oratorium Stephani martyris); nel testo si dichiara che in detto oratorio è conservato lapis, quo lapidatus est Stephanus, super altare positus (Valentini-Zucchetti, p. 109). Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: No

In una iscrizione del tempo di Gregorio Magno (ICUR II, 4790), nella quale si menzionano le donazioni fatte dal pontefice al monastero ad Aquas Salvias, si fa riferimento per la prima volta ad un monasterium Sancti Stephani, con il quale il santuario in esame doveva essere in relazione. Lo stesso monastero è menzionato per l’ultima volta in un privilegio del tempo di Gregorio VII (1073-1085): (Trifone). Non è certo possibile stabilire se a quella data il santuario fosse ancora attivo. La cura spirituale del santuario doveva essere affidata ai monaci del monastero Sancti Stephani et Cesarii, presso il quale, è ipotizzabile, esso si trovava.

Via Santo Stefano Rotondo, 7, 00184 Roma, Italy


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