Le vestigia della chiesa duecentesca si rinvengono nel basamento laterale in blocchi squadrati di pietra verrucana su cui si apre una porta con arco in cotto. L’altezza originaria dell’edificio era inferiore a quella attuale. Molto probabilmente, come hanno evidenziato alcuni scavi nell’antistante piazza Curtatone e Montanara, la chiesa era dotata di un pronao anteriore. L’aspetto attuale deriva dall’ampliamento autorizzato da Ferdinando II il 22 gennaio 1634, finanziato con il provento della tassa del pan fino e protrattosi per decenni, se è vero che gli altari laterali e la balaustra del coro risalgono alla fine del Seicento. Tra 1707 e 1709 fu costruito il campanile, nel 1708 la sacrestia, tra il 1708 e il 1709 vennero aperti i finestroni laterali ancor oggi esistenti. Dal 1715 una scalinata laterale, oggi scomparsa, permise l’accesso dall’allora Via Regia. Tra il 1731 e il 1734 fu eseguita la cantoria sopra l’ingresso principale per accogliervi l’organo acquistato nel 1652 presso il lucchese Carlo Puccini. Nel 1736 fu eretto il ciborio in marmo. Ai primi decenni del Settecento risale anche l’altar maggiore in marmi policromi. I continui lavori erano dovuti alle dimensioni esigue dell’edificio, rispetto ad una popolazione in continuo aumento. Il fatto che l’edificio attuale si trovi sullo spigolo tra la piazza antistante la facciata ed il corso Matteotti valorizza il fianco, nella stessa misura della facciata, permettendo la percezione del volume complessivo. Il campanile, come del resto due cappelle ed un chiostro adiacenti alla chiesa, è andato distrutto nei bombardamenti durante la Seconda Guerra mondiale. Era, comunque, di forma quadrata e non molto più alto della chiesa, nonché collocato sull’angolo opposto allo spigolo di facciata. Se prima della guerra le cappelle annesse, sul lato nord, erano due : Santissimo Crocifisso e Santissimo Sacramento, oggi solo la prima sopravvive. Dalla visita Corsi apprendiamo che nell’aprile 1856 la chiesa era di forma quadrilunga, di struttura semplice coperta con cavalletti. Erano annesse le due cappelle sopra citate, e una era detta dei Bianchi ed era intitolata a San Sebastiano e a San Rocco, ove sta il Santissimo Sacramento ed è a forma di croce greca in cattivo stato. L’altra cappella, detta dei Neri, risultava dedicata a San Carlo ove conservasi il simulacro del Santissimo Crocifisso, di gran venerazione in questa propositura ed è ugualmente quadrilunga perché fu restaurata nell’anno 1845 … nell’interno, poi, anche la chiesa propositura fu restaurata negli anni 1849-1850.Descrizione: La statua del Cristo, intagliata in legno di pioppo, è stata recentemente restaurata a cura della Sovrintendenza di Pisa. E’ provvista di braccia snodate che permettono di trasformare l’immagine di Gesù Cristo Crocifisso in quella di Gesù deposto nel sepolcro. La statua, quattro-cinquecentesca, apparteneva alla Compagnia del Santissimo Salvatore, presso la cui cappella era conservata. Il tabernacolo con il Crocifisso fu posto sull’altare maggiore della chiesa nel 1936, in seguito ai lavori di ristrutturazione della chiesa. Il tabernacolo che accoglie il Crocifisso è in argento sbalzato e risale agli anni 1857-1861. Entrata in uso: tra l’anno 1550 e l’anno 1600 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Presso la cappella che ospitava il Crocifisso. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria Conservazione attuale: Perduti durante la seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti.
La chiesa propositura dei Santi Iacopo, Filippo e Biagio è attestata fin dal 6 giugno 1270 quale parrocchia. Il culto al Crocifisso, immagine inizialmente custodita nella cappella della Compagnia del Santissimo Salvatore all’interno della chiesa, divenne oggetto di culto particolarmente fiorente a partire dalla seconda metà del XVI secolo. L’episodio che segnò un incremento notevole del culto avvenne durante la notte del 20 aprile 1612, venerdi santo, quando la Chiesa della Compagnia del Santissimo Salvatore andò a fuoco. L’immagine del Crocifisso fu ritrovata sotto i calcinacci, et lavoro rotto con pochissimo mancamento, come si può di presente vedere, et perciò se ne fa ricordo, acciocché da fratelli per l’advenire si tenga con quelle maggiore Devozione che sia possibile (Archivio Propositura di Pontedera, Capitoli della Compagnia del Santissimo Salvatore). La chiesa fu elevata a rango di santuario nel 1936, mediante una bolla dell’arcivescovo pisano Vettori. Il santuario fu chiuso al culto dal 1944 al 1960.
Una lapide apposta sulla facciata ricorda la consacrazione avvenuta il 6 agosto 1803 ed effettuata dall’arcivescovo pisano Angelo Franceschi (il relativo decreto pontificio è del 27 marzo 1802). Un’altra lapide del 1737, sul retro dell’altare maggiore, ricorda la benevolenza dei Granduchi nel favorire l’ampliamento dell’edificio. Nella visita di Francesco Frosini del 17 luglio 1709, si trova che nell’edificio erano nove altari e reperitur ultra altaria imago sanctissimi crucifixi in maxima veneratione. Nella visita di Angelo Francesci, tra il 30 settembre e il 3 ottobre 1780, si legge che il Crocifisso summa fidelium veneratione colitur. Questa scheda è stata compilata da Roberto Boldrini.
Nella visita dell’arcivescovo Corsi (1856) sono ricordate le indulgenze concesse ai fedeli nell’Ottava del Rosario, nell’ottava del Carmine, nelle 40 ore degli ultimi tre giorni di Quinquagesima nella Compagnia dei Neri. In occasione del Giubileo 2000 il santuario è stato riconosciuto chiesa giubilare, i fedeli possono dunque lucrarvi l’indulgenza plenaria.
Un libro di memorie conservato presso l’archivio della Propositura ricorda che la chiesa fu eretta su decreto dell’arcivescovo Federigo Visconti dal priore degli agostiniani di Pisa.
Dal 1657 il santuario, di libera collazione vescovile, è officiato dal clero secolare. Per quanto riguarda la cura precedentemente a quella data, sappiamo che nel 1270 la chiesa era officiata dai canonici regolari di San Martino in Kinzica di Pisa, mentre dal secolo XIV spettava alle suore clarisse di Pisa ed era officiata dal clero secolare.
La prima attestazione del patronato si ricava dalla visita pastorale del 4 ottobre 1657.
56025 Pontedera, Province of Pisa, Italy
Santissimo Crocifisso
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