Santa Sinforosa e figli

Santuario di Santa Sinforosa e i suoi Sette Figli: Fede, Storia e Mistero alle Porte di Tivoli

Santuario di Santa Sinforosa e i suoi Sette Figli

Immerso nella campagna romana, nei pressi dell’antica Tibur (Tivoli), il Santuario di Santa Sinforosa e i suoi sette figli rappresenta un luogo di profonda spiritualità e di testimonianza della fede cristiana delle origini. La sua storia, avvolta in parte dalla leggenda, affonda le radici nei primi secoli del Cristianesimo, un periodo di persecuzioni ma anche di grande fervore religioso.

Santa Sinforosa e i suoi Sette Figli: Martiri per la Fede

La figura di Santa Sinforosa, venerata come martire insieme ai suoi sette figli, è avvolta da un alone di mistero. Secondo la tradizione, Sinforosa era una nobile romana, vedova di San Getulio, che si rifiutò di abiurare la fede cristiana e di offrire sacrifici agli dei pagani durante il regno dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.). Per questa sua irremovibile fede, fu condannata a morte, e con lei i suoi sette figli: Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Stacteo ed Eugenio. Ciascuno di loro subì un martirio differente, testimoniando con il sangue la loro incrollabile fede in Cristo.

La Storia del Santuario: Dalla Cella Tricora alla Basilica

Le prime tracce di un luogo di culto dedicato a Santa Sinforosa risalgono al V secolo, quando venne eretta una basilica a tre navate, orientata in senso inverso rispetto ad una preesistente “cella tricora,” probabilmente risalente alla fine del III secolo . Questa cella tricora, secondo lo studioso E. Stevenson, potrebbe aver ospitato le spoglie dei martiri subito dopo la loro morte. Al centro del culto infatti, vi erano proprio le tombe di Sinforosa e dei suoi sette figli. Scavi archeologici hanno rivelato la presenza di una fossa profonda, forse destinata ad accogliere i sarcofagi dei martiri.

La prima menzione del santuario si trova nel Martirologio Geronimiano (431-450). Nel corso dei secoli, il santuario conobbe periodi di splendore e di abbandono. Dopo il 1200, non viene più menzionato, se non come proprietà del monastero di San Ciriaco. Secondo una tradizione, durante il pontificato di Stefano II (752-757), parte delle reliquie dei martiri furono traslate nella chiesa di Sant’Angelo in Pescheria a Roma e nel Duomo di Pavia.

Un Luogo di Devozione e di Ricerca

Il Santuario di Santa Sinforosa, pur nelle sue vestigia, continua a essere un luogo di pellegrinaggio e di devozione. I fedeli si recano qui per pregare, per onorare la memoria dei martiri e per chiedere la loro intercessione. La semplicità del luogo, immerso nel verde della campagna, invita alla riflessione e alla preghiera.

Spunti per una ricerca avventurosa:

  • Le tracce della basilica perduta: Esplorare l’area circostante il santuario alla ricerca di resti della basilica medievale, scomparsa dopo il XIII secolo. La leggenda narra di un incendio durante i combattimenti tra Roma e Tivoli.
  • La “fenestella confessionis”: Approfondire il significato della “fenestella confessionis” presente nell’abside della cella tricora e il suo legame con il culto delle reliquie.
  • Il percorso delle reliquie: Ricostruire il percorso delle reliquie di Santa Sinforosa e dei suoi figli, dalle prime sepolture fino alle traslazioni a Roma e Pavia.

Un Invito alla Scoperta

Il Santuario di Santa Sinforosa e i suoi sette figli rappresenta un tassello importante della storia del Cristianesimo e del territorio tiburtino. Una visita a questo luogo offre l’opportunità di immergersi in un’atmosfera di fede e di mistero, di scoprire le radici della nostra storia e di riflettere sul significato del martirio e della testimonianza cristiana.


Via Tiburtina, 172, 00019 Tivoli RM, Italy


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