Santa Maria di Sauccu

Santuario di Santa Maria di Sauccu a Bolotana (Nuoro)

Situato nel cuore della Sardegna, a Bolotana in provincia di Nuoro, il Santuario di Santa Maria di Sauccu è uno dei luoghi di culto mariano più antichi e venerati dell’isola. La chiesa, semplice ed essenziale nella sua architettura, affonda le sue radici nel Medioevo e offre ai pellegrini un’atmosfera di raccoglimento spirituale. Circondata da circa cinquanta muristenes (piccole abitazioni tipiche sarde), la chiesa accoglie i devoti, noti come novenanti, che vi soggiornano durante le celebrazioni religiose in onore della Vergine.

Il Simulacro della Madonna: Santa Mariedda e Santa Maria Manna

Il cuore della devozione al Santuario è il simulacro della Vergine con il Bambino, conosciuto dai fedeli come Santa Mariedda. Questa piccola statua in terracotta, alta appena 25 cm, è custodita nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Nonostante le sue dimensioni ridotte e l’assenza di un particolare valore artistico, la statua è molto amata dai fedeli, che la portano in processione durante la festa dedicata alla Madonna.

Accanto a Santa Mariedda, un’altra statua di grande rilevanza devozionale è quella di Santa Maria Manna (Santa Maria Grande), conservata nella chiesa di Santa Croce. Esiste inoltre un terzo e più antico simulacro di Santa Maria Manna, che si trova nella chiesa di Sauccu. Questo simulacro, utilizzato fino agli anni ’30, fu sostituito dopo che un braccio si ruppe, ma continua a essere venerato con grande devozione.

Origini Storiche del Santuario

Le prime tracce documentarie del Santuario risalgono alla bolla pontificia del 16 settembre 1122, emessa da Papa Callisto II, che cita la chiesa come possedimento dei Benedettini di Montecassino in Sardegna. Si ritiene che accanto alla chiesa sorgesse un monastero, in linea con l’organizzazione tipica degli insediamenti benedettini sull’isola. Alcuni studiosi ipotizzano che i Benedettini abbiano preso possesso di un precedente monastero di culto greco.

L’ultimo documento che attesta il possesso benedettino della chiesa è una bolla di Papa Sisto IV del 23 dicembre 1474. Successivamente, la documentazione si fa più scarsa fino al XVII secolo, quando emerge il Libru de sa ecclesia de Santa Maria de Sauccu, un importante registro che raccoglie 131 documenti relativi all’amministrazione della chiesa tra il 1606 e il 1691. Questo testo, scritto interamente in lingua sarda, è una delle prime opere documentarie redatte in sardo.

La Leggenda della Madonna di Sauccu

Una delle storie più affascinanti legate al santuario è la leggenda del ritrovamento miracoloso del simulacro della Madonna. Secondo la tradizione, la Vergine apparve in sogno a tre donne di nome Maria, alle tre del mattino, chiedendo loro di seguire i mariti nel luogo dove portavano le greggi al pascolo e di cercare sotto una pietra nascosta da una siepe di sambuco. Le donne, seguendo le istruzioni, trovarono il giorno seguente una piccola statua della Madonna. Questo evento prodigioso portò all’erezione del santuario, che prese il nome di Santa Maria di Sauccu, dal termine sardo per sambuco, “sauccu”.

Un’altra versione della leggenda, riportata da Gabriele Piras nel suo testo sulla devozione mariana in Sardegna, narra che furono tre pastori a trovare casualmente il simulacro sotto una siepe di sambuco. In entrambe le versioni, il ritrovamento della statua segna l’inizio del culto locale e della costruzione del santuario.

La Festa e la Tradizione dei Gosos

La festa di Santa Maria di Sauccu è uno degli eventi religiosi più sentiti della zona. Durante le celebrazioni, si cantano i tradizionali Gosos, inni sacri dedicati alla Madonna e ai Santi, che rappresentano un’importante espressione della devozione sarda. Questi canti, che fanno parte di una lunga tradizione orale, sono rivolti alla Vergine di Sauccu per ottenere perdono e grazie. I Gosos di Santa Maria di Sauccu sono stati pubblicati da A. Gaias nel libro La festa di S. Maria di Sauccu e continuano a essere cantati durante le celebrazioni, mantenendo viva la tradizione.

La Gestione della Festa: L’Obreri e il Comitato Organizzatore

La gestione della festa e delle celebrazioni religiose è affidata a un comitato organizzatore noto come Obreri, una forma di organizzazione che risale al XVII secolo. Il primo riferimento all’obreria si trova proprio nel Libru de sa ecclesia de Santa Maria de Sauccu, che descrive come il comitato fosse responsabile dell’organizzazione e della manutenzione della chiesa, oltre che delle celebrazioni religiose. Ancora oggi, l’obriere coordina i festeggiamenti, che comprendono sia le celebrazioni religiose che quelle civili, raccogliendo fondi attraverso questue che si svolgono più volte durante l’anno.

Un esempio interessante della cura riservata alla chiesa sono i registri contabili degli obrieri Pedru Delogu e Simione Pintore, che riportano le spese per l’opera di Santa Maria di Sauccu tra il 1616 e il 1617, testimonianza del profondo impegno nella conservazione e nella gestione del santuario.

Esplorare il Santuario: Un Viaggio di Fede e Storia

Visitare il Santuario di Santa Maria di Sauccu è un’esperienza spirituale e storica unica. Oltre al fascino religioso, il luogo offre la possibilità di immergersi nella storia antica della Sardegna, esplorando l’architettura semplice ma significativa della chiesa e le piccole abitazioni dei muristenes che ospitano i pellegrini. Durante le celebrazioni, i visitatori possono partecipare alle processioni, ai canti dei Gosos e vivere in prima persona una delle più antiche tradizioni sarde.

Conclusione

Il Santuario di Santa Maria di Sauccu a Bolotana è un luogo dove fede, storia e tradizione si fondono in modo unico. La leggenda del ritrovamento della statua, le antiche celebrazioni e la devozione mariana che pervade il luogo rendono questo santuario un punto di riferimento spirituale e culturale per la Sardegna. Che si tratti di un pellegrinaggio o di una visita turistica, il santuario offre un’esperienza di grande significato per chiunque desideri immergersi nella spiritualità e nella storia dell’isola.

Altre informazioni grezze

Si tratta di una chiesa semplice, che rimanda le proprie origini nel Medioevo. La chiesa é circondata da una cinquantina di muristenes nei quali alloggiano i novenanti durante la festa.Descrizione: Simulacro raffigurante la Vergine col Bambino, realizzato in terracotta. Leggermente colorato, è di piccole dimensioni, alto 25 centimetri. La statua, chiamata dai fedeli Santa Mariedda, non ha particolare valore artistico ed é custodita nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Oltre a Santa Mariedda e’ portata in processione in occasione della festa una seconda statua detta Santa Maria Manna (Santa Maria grande), custodita nella chiesa di Santa Croce. Esiste inoltre un secondo e più antico simulacro di Santa Maria Manna, custodito ora nella chiesa di Sauccu, che veniva portato in processione fino agli anni ’30 e sostituito poi con quello attuale in seguito alla rottura di un braccio. Immagine: Statua
Raccolta di ex voto: No

L’esistenza della chiesa di Santa Maria di Sauccu é documentata per la prima volta nella bolla del 16 settembre del 1122 di Callisto II in quanto possedimento dell’Ordine dei Benedettini di Monte Cassino in Sardegna. Accanto alla chiesa sorgeva con probabilità il monastero dove alloggiavano i monaci, secondo la tipologia ricorrente dell’insediamento benedettino in Sardegna (la Terrosu-Asole parla esplicitamente del monastero di Santa Maria di Sauccu). Non é da escludere che i Benedettini si fossero insediati su un precedente monastero di culto greco. L’ultimo documento in cui la chiesa é attestata come proprietà benedettina é una bolla di Sisto IV del 23 dicembre 1474 (Saba, Montecassino e la Sardegna medioevale, cfr. bibliografia). La successiva documentazione relativa al santuario risale al XVII secolo ed è costituita dal Libru de sa ecclesia de Santa Maria de Sauccu, che raccoglie 131 documenti relativi all’amministrazione della chiesa tra il 1606 e il 1691.
La leggenda racconta che la Madonna, apparsa in sogno alla tre del mattino a tre donne di nome Maria, suggerì loro di seguire i mariti nella località dove solitamente portavano le greggi a pascolare e di guardare sotto una pietra nascosta da una siepe di sambuco. Seguite le istruzioni, le donne trovarono il giorno seguente un piccolo simulacro raffigurante la Madonna. In seguito al prodigioso ritrovamento fecero erigere sul posto un santuario intitolato a Santa Maria di Sauccu (in sardo, sauccu significa sambuco), in segno di devozione. La leggenda é pubblicata in Leggende e tradizioni di Sardegna di G. Bottiglioni e in Storia del culto mariano in Sardegna di P. Gabriele Piras. In quest’ultimo testo è stata inoltre pubblicata una seconda versione della leggenda, secondo la quale tre pastori trovarono casualmente la statua della Madonna sotto una siepe di sambuco.
Sopravvive a Bortigali l’antica tradizione di cantare in occasione della festa i Gosos, inni sacri dedicati nel caso specifico alla Madonna di Sauccu ma in generale rivolti in Sardegna alla Vergine e ai Santi. Di tali inni, che si rifanno ad una lunga tradizione orale, non si conosce solitamente l’identità dell’autore e il periodo di compilazione. Attraverso questa che é stata definita una espressione di lode celebrativa, i fedeli si rivolgono alla Madonna per ottenere perdono e benevolenza. I Gosos di Santa Maria di Sauccu sono stati pubblicati nel testo La festa di S. Maria di Sauccu di A. Gaias.
Non è attestata l’esistenza di una forma di patronato. E’ invece possibile rilevare l’esistenza di un comitato organizzatore della festa, di tipo non permanente. La prima fonte in cui si fa riferimento alla obreria (comitato organizzatore) di Santa Maria di Sauccu, e quindi ai festeggiamenti in onore della Vergine è il Libro de sa ecclesia de Santa Maria de Sauccu che contiene 131 documenti che vanno dal 1606 al 1691, e costituisce tra l’altro uno dei primi corpus documentari scritto interamente in lingua sarda. Anche attualmente, così come nel periodo a cui risalgono i documenti citati, l’obriere si occupa di gestire interamente lo svolgimento delle celebrazioni religiose e civili, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello economico, grazie anche ai proventi delle questue che si svolgono anche più volte all’anno. Il comitato organizzatore si occupa anche della manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesa. Interessanti sono le note relative alle spese dell’opera di Santa Maria di Sauccu degli anni 1616 e 1617, compilata dagli obrieri Pedru Delogu e Simione Pintore.


08011 Bolotana NU, Italy


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