Santa Maria di Pulsano

Entro una cinta muraria è organizzato il complesso abbaziale del quale si individuano il chiostro quadrato, edifici a grossi blocchi e la chiesa costruita sullo strapiombo a ridosso di una grotta, che assolve funzioni absidali. Superato il portale d’ingresso delle mura, un vialetto conduce ai resti del palazzo abbaziale. Una costruzione a due piani in parte obliterata da un contrafforte e aperta in basso a sinistra da un arco che immette nel cortiletto antistante la chiesa. Il primo piano del palazzo abbaziale reca una finestra con cornice a foglie d’acanto accartocciate, inquadrata da un oculo e due losanghe a fondo fiorito. L’edificio ecclesiastico presenta unica navata voltata a botte, divisa in tre campate da arconi trasversali su semipilastri. Archi longitudinali ciechi più bassi corrono lungo le pareti laterali. Una porticina architravata sul fianco destro della chiesa mette in comunicazione con gli ambienti monastici. All’esterno nella parte inferiore della facciata, divisa da una cornice orizzontale, si apre il portale centinato e decorato con un motivo vegetale, nella parte superiore si aprono due finestre ed un rosone con lo stesso repertorio decorativo. Sul finire del XIX secolo è stata eliminata la prima campata, con conseguente arretramento e ritessitura della facciata della chiesa.Descrizione: L’icona, trafugata nel 1966, rappresenta la Madonna nell’atto di reggere con entrambe le mani il Bambino benedicente. La Madre figura con cercine e maphorion rosso decorato con un motivo a rosette. Il Figlio, con tunica e himation, reca nella sinistra il rotulo. La tavola, datata alla fine del XIII secolo, è variamente attribuibita a maestranze pugliesi o adriatiche. Immagine: Icona
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Il santuario di Santa Maria di Pulsano viene fondato da San Giovanni da Matera nel 1129. Prima di questa data il luogo dovette essere presumibilmente frequentato se lo stesso fondatore ripristinò precedenti strutture adattandole agli ambienti monastici. Secondo una tradizione attestata a partire dal tardo Seicento, infatti, il complesso pulsanese sorse sul luogo dove alla fine del VI secolo s’insediò una comunità di monaci benedettini di Sant’Equizio, grazie alle rendite di Silvia Anicia e Giordano Frangipane, genitori di Gregorio Magno. Il complesso sarebbe stato ripopolato, dopo una fase di abbandono, all’inizio del X secolo da Benedettini Cluniacensi per poi risultare in decadenza nel corso dell’XI secolo. Montorio, Zodiaco, 1715, pp. 688- 690. Dal 1991 si è costituito il Movimento Cristiani Pro Pulsano associazione di volontariato formata da cittadini di Manfredonia e Monte Sant’Angelo il cui obiettivo è quello di mantenere la memoria storica dell’antica Abbazia di Pulsano. Nel 1752 la badia viene ceduta in enfiteusi ai monasteri celestini di San Benedetto di Monte Sant’Angelo e San Pietro Celestino di Manfredonia. Quest’ultimo resse il complesso di Pulsano fino al 1806, quando (a seguito delle leggi di Giuseppe Bonaparte) passò al Patrimonio Regolare, successivamente alla certosa di San Martino di Napoli, e nuovamente al Patrimonio Regolare. Affrancata dal sacerdote Bisceglia, l’abbazia è tuttora di proprietà privata. Con il favore dei sovrani normanni, la congregazione degli eremiti pulsanesi viene fondata da San Giovanni da Matera nel 1129. Essi seguivano rigidamente la regola benedettina: erano dediti all’agricoltura ed al lavoro manuale, rifiutavano carne, vino, latticini, non portavano calzari, indossavano un abito color cinericcio con cocolla dello stesso colore mentre usavano durante il lavoro uno scapolare scuro con cappuccio. Essi vivevano alternando la comunità all’eremo, rifugiandosi entro celle scavate nella roccia lungo i vicini valloni (Vallone dei Romiti). Il XII secolo registra la massima espansione della congregazione che contava, oltre a numerosi possedimenti in Capitanata, fondazioni in Lucania, Abruzzo, Lazio e Toscana (Pisa, Lucca). Il massimo splendore dell’abbazia coincide con gli anni del terzo abate Gioele (1145- 1177). Nel 1151 lo zupan Desa dona alla comunità pulsanese, l’isola di Meleda (Dalmazia) dove viene fondato un monastero con annessa chiesa dedicata alla Vergine. Dalla casa madre pulsanese dipendevano anche le comunità femminili di Santa Barnaba fondata da San Giovanni e sita 3 Km a NE dell’abbazia e la comunità di Santa Cecilia di Foggia, quest’ultima fondata da Gioele. Alla consacrazione della chiesa avvenuta il 27 Gennaio 1177 ad opera di Alessandro III, segue l’emanazione di una Bolla papale con la conferma dei privilegi e l’elenco di tutti possedimenti della congregazione. La fine del XIII secolo segna l’inizio della decadenza dell’ordine. L’ultimo abate fu Antonio che nel 1379 era contemporaneamente abate di Cava e Pulsano. Alla sua morte l’abbazia fu ceduta in commenda e abbondanta dai monaci. La congregazione Pulsanese si sciolse nel XV secolo. Alla morte dell’ultimo abate di Pulsano (1379) seguì un periodo in cui il culto fu probabilmente gestito dai Carmelitani o anche dai Francescani.

Via Abbazia di Pulsano, 71037 Monte Sant`Angelo FG, Italy


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