Santa Maria di Grottaferrata

CHIESA ABBAZIALE DI SANTA MARIA L`abbazia di Grottaferrata sorse nel 1004 su un terreno donato dal conte Gregorio I di Tuscolo a un gruppo di monaci di rito bizantino provenienti dalla Calabria e guidati da san Nilo di Rossano. Sui resti di una villa romana, dove già esisteva un oratorio, i monaci edificarono il monastero e la chiesa fin dal principio dedicata alla Madonna, la cui costruzione fu completata dal discepolo prediletto di Nilo, san Bartolomeo, il quale divenne in seguito abate del monastero. San Nilo non visse sufficientemente per abitarvi e vi giunse soltanto il 26 settembre del 1004 per esservi inumato, in un sepolcro coperto da una semplice lastra di marmo nero. Papa Giovanni XIX dedicò la chiesa il 17 dicembre del 1024. Di questo primo edificio non possediamo una descrizione dettagliata, ma sappiamo che furono utilizzati molti materiali di spoglio da ruderi romani e che doveva essere decorata all`interno da numerose pitture. Grazie alla protezione della casata dei Tuscolo e al lascito, nel 1131, di Ruggero II re di Sicilia, le proprietà dell`abbazia inglobarono molte terre nell`Italia centrale. A seguito delle lotte fra Tuscolo e Roma, i monaci furono però costretti nel 1163 a lasciare l`abbazia e a riparare a Subiaco, dove rimasero per circa trent`anni. In quell`anno furono ricostruite la cappella di San Nilo e di San Bartolomeo, fu costruito il ponte sopra l`altare maggiore, e furono sostituiti i pilastri in stucco con altri in marmo.Descrizione: Icona del tipo Odigitria. Secondo la tradizione di Grottaferrata l`icona oggi venerata è la stessa donata da Gregorio IX nel 1230. L`icona inizialemnte era conservata in un trittico posto sul nartece. Da indagini condotte sull`icona che oggi si trova sull`altare maggiore della chiesa di Santa Maria a confronto con gli sportelli ora conservati nel Museo dell`Abbazia che un tempo custodivano l`icona, risultano adattati alle misure dell`icona attuale che perciò sarebbe diversa da quella originaria. Secondo l`ipotesi degli studiosi l`icona tuttora venerata potrebbe essere quella donata dal cardinale Bessarione nel 1462, elencata insieme ad altri doni fatti dal cardinale quando divenne abate commendatario dell`abbazia. L`icona dell`Odigitria è stata ascritta da Valentino Pace ad un pittore cipriota dell`inizio del XIII secolo. Le ante invece risalirebbero alla fine del Duecento o primo Trecento ed erano disposte in modo da rappresentare all`esterno l`Arcangelo e all`interno le figure dei Santi Bartolomeo e Nilo. Immagine: Dipinto, Icona Immagine: Icona
Ubicazione originaria del Santuario: Attualmente molti ex-voto sono collocati ai lati del quadro. Ma la tradizione di ex-voto alla Madonna è molto antica, è già ricordata nell’ Inventario dei beni dell’abbazia fatto compilare dal Bessarione al momento della presa di possesso ed erano disposti intorno all’immagine. Nel 1608 l’immagine sacra era circondata da 34 voti d’argento. Conservazione attuale: Intorno all’altare.
Le virtù taumaturgiche dell’immagine sono ricordate già da Pio II nei Commentarii e fortemente sentite presso le popolazioni locali. Analogamente a quanto avvenuto per il santuario della Madonna del Divino Amore, dalla 2a guerra mondiale la devozione è accresciuta in quanto alla protezione della Vergine si fa risalire la difesa della popolazione dai bombardamenti tedeschi.
Il 1230 è l’anno in cui secondo la tradizione il pontefice Gregorio IX restituì ai monaci basiliani l’icona della Vergine che segnò la nascita del culto santuariale, che non ha subito interruzioni. Il culto santuariale è sorto dopo la donazione o restituzione ai monaci di Grottaferrata dell’Icona di tipo iconografico greco quello della Madonna di San Luca che avrebbe salvato la comunità ecclesiale. Il pontefice Gregorio IX quando consegnò ai monaci greci la sacra immagine concesse le indulgenze, cui fecero seguito altre concessioni di alcuni pontefici successivi.

via, Via Anagnina, 26, 00046 Grottaferrata RM, Italy


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