La chiesa è a pianta centrale e a croce greca. L’impianto planimetrico trae origine dal quadrato centrale dell’aula sormontata da una cupola e raccordata con questa da un tamburo cilindrico. Tutto è articolato in questo spazio: da ogni lato si apre una cappella semicircolare con copertura a volta. Lungo l’asse nord-sud si succedono, nell’ordine, ingresso, navata, presbiterio e abside. Quest’ultima si apre in un’altra cappelletta, la sacrestia, successiva alla costruzione originaria, che collega la chiesa alla casa canonica. L’interno, di spiccata influenza barocca, è caratterizzato, inoltre, dalla presenza di quattro pilastri angolari sui quali sono voltati altrettanti archi che sorreggono il tamburo della cupola sferica e immettono nelle quattro absidi. L’articolazione di questi spazi intorno alla navata centrale è chiaramente leggibile all’esterno nel movimento delle masse murarie e delle coperture: la cupola centrale si eleva sulle coperture delle cappelle e mostra la forma cilindrica del suo tamburo. All’incrocio delle cappelle sono addossati degli speroni in pietra, realizzati in occasione dell’ennesimo intervento di restauro effettuato tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del XX secolo. L’attuale facciata di ingresso, completamente estranea all’architettura della cappella, è il risultato di un rifacimento effettuato nel 1955 grazie alla donazione di qualche fedele che, espatriato in America, per devozione ne ha commissionato l’opera.Descrizione: Statua lignea policroma della prima metà del secolo XVI. Essa è scolpita ad altorilievo su un fondo azzurro decorato con stelle e fiori. La Vergine è raffigurata seduta e benedicente. Con la mano sinistra regge il Bambino, anche lui benedicente, rappresentato con un globo nella mano sinistra. Gli abiti ed i capelli delle figure sono dorati, mentre sul capo della Vergine sono rappresentati due angeli nell’atto di incoronarla. L’icona è contenuta in una cornice del 1614, composta da una predella con due stemmi di Castelgrande, una epigrafe e due mezze figure rappresentanti S. Carlo Borromeo e S. Tommaso d’Aquino. Nella parte inferiore è rappresentata una città fortificata, nella quale alcuni hanno scorto la raffigurazione di Castelgrande, altri, più verosimilmente, quella di Costantinopoli. Le lesene e le semicolonne corinzie inquadrano due tele e sorreggono un timpano curvo sovrastato da un angelo. Nella predella si trova l’ iscrizione: «AD HONOREM GLORIOSISSIMAE VIRGINIS MARIAE / COSTANTINOPOLIS SACELLUM HOC AD DEVOTIONEM / UNIVERSITATIS TERRE CASTRI GRANDINIS TEM/PORE PRIORATUS ANTONIUS CIANCI DE MENSE / NOVEMBRIS MILLESIMO ET SEXCENTIS X QUARTO / ET ELEMOSIMA AMPLIATA EST OB / MAGNA D.A. » Entrata in uso: tra l’anno 1500 e l’anno 1560 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Sconosciuta. Note sulla raccolta: In una platea del 1728 ed in un inventario di arredi sacri del 1889, si accenna alla presenza nel santuario, oltre che di molti oggetti di oreficeria, anche di vari oggetti votivi in argento, come raffigurazioni di occhi, di mani e mezzelune. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Altro Conservazione attuale: La raccolta è andata completamente dispersa.
La cappella sarebbe stata fondata nel 1680 da una non meglio idetificata “congrega di fratelli e sorelle”.
Alcune persone che si erano rifugiate in località “Vallone Vivo”, nei pressi di una sorgente, in seguito ad un cataclisma che aveva distrutto le loro case, furono avvolte da una luce proveniente dall’alto della fonte, in cui scorsero la Madonna, la quale espresse il desiderio di rimanere in quel luogo per dispensare molte benedizioni. I fuggiaschi fecero scolpire su legno l’immagine della visione e cominciarono ad edificare il santuario a poche centinaia di metri dal luogo dell’apparizione, lì dove il terreno era più adatto alla costruzione. Ma una mattina gli operai trovarono la fabbrica crollata. Il giorno successivo la Vergine, mostrandosi ad alcuni pastori, espresse il desiderio che la chiesa fosse edificata nel luogo della sua apparizione. I pastori avvisarono di ciò gli operai ma quest’ultimi, non tenendo conto della volontà della Vergine, cominciarono a ricostruire la chiesa sul luogo della prima fabbrica: l’edificio crollò la seconda volta. La Madonna ricomparve ai pastori ed aggiunse che, se la chiesa fosse stata costruita nel luogo della sua apparizione, non sarebbe più crollata. Si decise di rispettare il volere della Vergine ed il santuario fu eretto nel luogo dove si trova attualmente.
In vari documenti dei secoli XVII e XVIII la cappella risulta di giuspatronato dell’università di Castelgrande.
85050 Castelgrande PZ, Italy
Santa Maria di Costantinopoli
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