Santa Maria della Pace

In ottemperanza al voto fatto, Sisto IV diede avvio, probabilmente nei primi mesi del 1483, alla costruzione di un nuovo edificio dedicato alla Madonna della Pace. La chiesa era ultimata nel 1490.Descrizione: Posta sull’altar maggiore dell’attuale chiesa, la Madonna della Pace è, a Roma, una delle prime raffigurazioni della Madonna che allatta. L’immagine è incoronata. Entrata in uso: tra l’anno 1270 e l’anno 1480 Immagine: Dipinto
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Il santuario sorge ove un tempo era la chiesetta parrocchiale di Sant’Andrea de Aquarizariis (ancor più anticamente detta Cerclariorum (così chiamata forse dalla prossimità al “circo”, lo stadio di Domiziano, e che una tradizione vuole fatta erigere da papa Damaso): i documenti più antichi che riportano questo nome risalgono tuttavia solo al secolo XI, e sono conservati nell’archivio di San Pietro in Vincoli; dal Duecento la chiesa porta invece il titolo, attestato con molte viarianti, de Aquaricciariis, titolo che troviamo utilizzato già nel 1186 in una bolla di Urbano III. La leggenda, giuntaci con alcune varianti in più redazioni seicentesche, e riportata da tutti gli studiosi che si sono occupati di questa chiesa (Mariano Armellini, Carlo Pietrangeli, Maria Pia D’orazio), vuole che questa immagine della Madonna col Bambino al seno affrescata nel portico della medioevale chiesetta di Sant’Andrea de Aquarizariis, e detta Madonna della Virtù, attorno al 1480 avesse sanguinato per essere stata presa a sassate – o colpita più volte con un pugnale, secondo un’altra versione – da un giocatore fuori di sé per aver perduto molto denaro. Si dice che ancor oggi sia possibile vedere le scalfitture sul petto, sul collo, sul mento e sulla guancia destra della Madonna. In seguito all’evento prodigioso Sisto IV ribattezzò la chiesa Santa Maria della Virtù; e si recò lui stesso a pregare presso l’immagine, facendo voto di edificare una nuova chiesa se per sua intercessione fosse tornata la pace in Italia, in quegli anni scossa dal conflitto iniziato con la congiura dei Pazzi e minacciata dai Turchi di Maometto II, che nel 1480 avevano espugnato Otranto: Maometto II morì improvvisamente il 3 maggio 1481; e il giorno successivo alla tregua di Ferrara (12 dicembre 1482; nel 1484 seguirà la definitiva pace di Bagnolo) il papa tornò ad inginocchiarsi presso quell’immagine, e battezzò la chiesa Santa Maria della Pace. Un ciclo di affreschi rappresentanti le tappe salienti della storia del santuario occupa un lato dell’adiacente chiostro del Bramante. Già papa Sisto IV concesse nel 1484, in occasione dell’assegnazione della chiesa ai Canonici regolari Lateranensi, un’indulgenza per commemorare il giorno in cui, 2 anni prima, aveva ribattezzato S. Maria della Pace la chiesa intitolata alla Madonna della Virtù; concesse inoltre l’indulgenza plenaria tutti i sabati dell’anno, da Mezza Quaresima sino al martedì dopo Pasqua, e in tutte le feste mariane. Giulio II (1503-13) concesse la stessa indulgenza nel giorno di San Martino per commemorare la traslazione dell’immagine, e nel giorno di Sant’Andrea per commemorare l’antica chiesa de Aquariciariis; e ancora nel giorno di S. Agostino, sotto la cui regola vivevano i Canonici Lateranensi. A questi giorni di indulgenza Paolo V (1605-21) aggiunse la Presentazione al Tempio (21 novembre). Infine Gregorio XIII (1572-85) estese questa indulgenza anche al 6 ottobre, per commemorare la consacrazione della chiesa nel 1580; e concesse cento giorni d’indulgenza a chi assisteva al Salve Regina che vi era recitato la sera. La chiesa è poi posta al 26° giorno nel turno mensile tra i più insigni santuari urbani dedicati alla Madonna. A questi santuari Pio VII (1800-23) concesse un’indulgenza di sette anni. Nel 1824 Leone XII affidò il tempio alla Congregazione Centrale per gli Oratori notturni. Arciconfraternita della Pia Unione dei Sacerdoti di San Paolo. Al principio del Settecento la chiesa passò ai Domenicani, e poi all’arciconfraternita della Pia Unione dei Sacerdoti di San Paolo. Prima che la chiesa passasse sotto la cura dei Canonici regolari Lateranensi, racconta Pompilio Totti (vedi bibliografia), l’allora rettore della chiesa Ludovico Agnelli, notaio apostolico, organizzò un gruppo di parrocchiani che si curavano dell’immagine miracolosa e raccoglievano voti ed elemosine ad essa offerte per far dir messe ai preti poveri una volta terminata la serie delle messe dette per devozione, gratuitamente, da altri preti.

Via di Santa Maria dell`Anima, 64, 00186 Roma, Italy


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