La Cattedrale della Santissima Annunziata il luogo di culto cattolico pi importante di Todi, concattedrale della diocesi; si trova in Piazza del Popolo, in uno dei punti pi elevati del colle, accessibile per mezzo di un’ampia scalinata, limitata lateralmente da due parapetti.
La chiesa venne edificata nell’XI-XIII secolo su un’area dove sorgeva un edificio di epoca romana, completata pi tardi e rimaneggiata pi volte.
L’esterno del tempio si presenta in stile gotico-romanico; la facciata duecentesca, a coronamento orizzontale, in pietra bianca e rosa, suddivisa in tre parti da quattro lesene, con un rosone centrale e due laterali pi piccoli.
La presenza di maestranze comacine e le origini lombarde del coronamento di tutti gli esterni, hanno fatto ritenere ad alcuni autori che anche la facciata in origine fosse sagomata a capanna, secondo le linee tracciate dai muri e dai tetti delle tre navate.
Le vetrate del pregevole rosone centrale, realizzato nei primi decenni del cinquecento, non sono originarie e risalgono ai lavori di restauro ottocenteschi.
Dei tre portali il pi interessante senz’altro quello centrale strombato, limitato da due esili colonne di marmo rosato, terminante con un arco a sesto acuto a bande alternate di pietra rosa e bianca e decorato da una fascia con girali d’acanto, culminante al centro con il busto del Cristo benedicente; il portone ligneo costituito da quattro pannelli superiori cinquecenteschi, raffiguranti l’Annunziata, l’Arcangelo Gabriele, San Pietro e San Paolo, e sei pannelli inferiori, aggiunti il secolo successivo.
I fianchi dell’edificio sono spartiti da lesene e da due ordini di finestre, bifore in basso, monofore in alto, con una decorazione di loggette pensili su mensoline scolpite, lo stesso motivo presente nella parte esterna dell’abside.
La torre campanaria a pianta quadrata si erge sul lato destro della facciata, ormai orfana della cuspide ottagonale ottocentesca demolita nel 1958.
L’interno del tempio solenne; la pianta a croce latina suddivisa in tre navate, delle quali la centrale pi larga e pi alta, scandite da ampi colonnati sormontati da archi a tutto sesto, sorretti da pilastri e colonne alternati, con capitelli corinzi.
Sia la navata maggiore, sia le due navate laterali, sono coperte con falde sorrette da capriate lignee a vista.
Una quarta "navatina", voltata con crociere costolonate, fu aggiunta successivamente oltre quella laterale destra, separata dalle altre da esili colonne in marmo bianco, con monofore e bifore con vetri istoriati.
Il transetto, sopraelevato e terminante in un’abside semicircolare, anch’esso coperto con volta a crociera costolonata.
Al si sopra dell’altare maggiore posto un crocifisso ligneo, dipinto a tempera su tavola, risalente alla met del duecento, mentre a sinistra del presbiterio collocata la Cappella Cesi, voluta dal Vescovo Angelo Cesi ai primi del seicento, con la volta abbellita dagli affreschi del Faenzone, che dipinse anche la tela raffigurante San Michele Arcangelo posta sopra l’altare.
Sulla parete di controfacciata, si trova l’affresco di Ferra da Faenza raffigurante il Giudizio Universale.
La cripta, dedicata a San Martino I Papa e Martire, utilizzata prevalentemente per la sepoltura dei vescovi della diocesi tuderte, dopo secoli di abbandono stata definitivamente riaperta al culto alla met del secolo scorso.
Presenta una copertura con volte a crociera poggianti su pilastri dai preziosi capitelli di tipo arcaico, ed caratterizzata da un originale catino absidale, accogliendo opere marmoree della scuola di Giovanni Pisano, precedentemente poste sulla facciata della Cattedrale.Dalla sua edificazione fino al 1830 nell’area adiacente l’edificio fu costruito un ospedale per il ricovero dei pellegrini a cui se ne aggiunse un altro nel 1656.Descrizione: L’oggetto originario del culto costituito da un affresco posto sopra l’altare che rappresenta la Vergine col bambino e Santa Caterina d’Alessandria che misticamente lo sposa. Sembra che l’affresco fosse stato commissionato da un monaco benedettino di Todi, il Beato Giovanni Ranuccio degli Atti, sepolto nello stesso monastero di Santa Margherita. Egli nacque verso la met del Tredicesimo secolo e dopo essere entrato nell’ordine di San Benedetto, profess la regola benedettina nel monastero romano di San Paolo fuori le Mura. In seguito si rec in pellegrinaggio in Terra Santa, visitando il monastero di Santa Caterina d’Alessandria rimase colpito dall’immagine di Maria che vi era venerata. Tornato a Roma, fu incaricato dell’abate di San Paolo di governare come suo vicario il monastero di Santa Margherita in Todi, ove nel muro di cinta, fece dipingere l’immagine della Vergine cos come l’aveva vista sul Sinai. Dopo circa un secolo, nel maggio del 1508, l’immagine, ormai in pessime condizioni, diviene improvvisamente oggetto di straordinaria devozione popolare che port ad iniziare la costruzione del tempio della Consolazione. (Cfr. Mario Pericoli, Il culto mariano a Todi dal nono secolo ai primi del Cinquecento, in ARNALDO BRUSCHI (a cura di), Il Tempio della Consolazione a Todi, Amilcare Pizzi Editore, Milano 1991, pp. 9-18) Entrata in uso: nell’anno 1508 Immagine: Dipinto Descrizione: Oltre al primitivo oggetto di culto, costituito dall’affresco della Vergine si venera anche la statua lignea del papa Martino I santo e martire, originario di Todi, ma diacono della chiesa romana, eletto il 13 maggio 649, morto in Crimea il 16 settembre 655. La statua venne collocata nel tempio, con decreto dell’autorit comunale, il 27 maggio 1638. Ancora oggi oggetto di venerazione da parte della popolazione locale. Il piede destro della statua stato ricoperto da una lamina d’argento per impedire che il continuo attrito causato dal tocco delle mani e i baci dei devoti, rovini l’opera. Entrata in uso: nell’anno 1638 Immagine: Statua
Note sulla raccolta: dispersa
VIII sec. - IX sec. (preesistenze carattere generale)<br><br>Il Ceci ipotizza che l’attuale duomo sarebbe sorto su una chiesa "di stile bizantino", databile tra l’VIII e il IX secolo, e che questa ne avrebbe sostituita una ancora pi antica, "quella che si vuole eretta da S. Fortunato".Il 17 marzo 1509 il vicario del vescovo di Todi pos la prima pietra per l’edificazione del tempio di Santa Maria della Consolazione presso Porta San Giorgio. L’edificio venne costruito per inglobare l’immagine miracolosa della Vergine che il 17 maggio dell’anno precedente fu scoperta casualmente sul muro del convento benedettino femminile di Santa Margherita nascosta sotto dei rovi. I miracoli che avvennero dopo il ritrovamento del dipinto e il clamore che segu fecero affluire un gran numero di pellegrini e di elemosine, si dovettero perci iniziare a registrare le entrate e le uscite e a costruire una cappella provvisorie ai visitatori della quale, il trenta giugno 1508, fu concessa un’indulgenza di quaranta giorni. A luglio fu fondata la Compagnia dei Nobili che oltre a gestire la fabbrica della chiesa si interess alla costruzione di un ospedale per ospitare i pellegrini e gli ammalati. Secondo lo storico Giorgio Comez, la costruzione del tempio venne intrapresa soprattutto perch la Compagnia dei Nobili voleva emulare la Compagnia delle Grazie che due anni prima aveva iniziato la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie (attuale chiesa di San Filippo Benizi) attorno ad un’altra edicola mariana sul versante opposto del colle di Todi presso Porta Romana (vedi scheda santuari: chiesa di San Filippo Benizi). Nel 1606 la chiesa fu ultimata col completamento della cupola. In seguito all’aumento dei pellegrini nel 1656 fu costruito un secondo ospedale, (tra l’aprile 1660 e il maggio 1666 furono registrate bel 5822 presenze) inoltre furono spostate in quell’area tutte le grandi fiere secolari di Todi a scapito del rione di porta Romana dove prima si tenevano. Nella seconda met del XVIII secolo tutto il complesso cultuale inizi a dare segni di decadenza. Nel 1815 il terremoto danneggi gli edifici adibiti all’accoglienza dei pellegrini; tali edifici, nel 1830, a causa della mancanza di fondi per il restauro dovettero essere abbattuti. Termin cos anche il pellegrinaggio internazionale. In quegli anni come risulta dalla visita pastorale del 1817, anche il culto era stato sospeso sia per il cattivo stato della chiesa sia per le conseguenze politiche dell’occupazione napoleonica. Negli anni seguenti insieme al culto, in occasione della festa dell’8 settembre, furono ripristinati le fiere e le altre tradizioni che rimasero vive fino alla met del XX secolo, tutto ci oggi scomparso, mentre la devozione, molto affievolita, rimasta solo a livello locale. (Testo riassunto da GIORGIO COMEZ, Il tempio nella storia religiosa e civile della citt in ARNALDO BRUSCHI (a cura di) Il tempio della Consolazione a Todi Amilcare Pizzi Editore,Milano 1991, pp. 19-34).
Come spesso succede la leggenda di fondazione di un santuario col tempo acquista diverse forme ed soggetta a modifiche e varianti: nell’Archivio Comunale di Todi conservato uno scritto del marzo del 1785 di Pietro Bolognini in cui si apprende che Le intestine Discordie della Citt di Todi da pi secoli addietro, e che, anzi 1500, nelle due Fazzioni Atti e Chiaravalle eransi rinnovellate, e particolarmente per la Crudelt d’Altobello, per la quale rest pressoch disertata d’Abitanti questa Citt, e buona parte del suo Territorio rimase perci in non cale questa Sagra Immagine, a segno che cresciuti li Sterpi e li Spinaie presso la medesima Sagra Icona, la ricoprirono affatto, e cos ne rest cancellato ogni culto./ Circa l’Anno 1507 quel Dio Ottimo Massimo che tutto dispone in modo particolare, che questo Ritratto di Maria SS.ma fosse scoperto, ed adorato. Jolo di Cecco, Colono di quel Predio, da pi anni cieco da un Occhio, volendo raccogliere quel Terreno ingombrato da Roghi, Sterpi e Spine, tagliandoli scopr questa Maest e datosi a pulire il Ritratto di Maria SS.ma, miracolosamente ricevette la luce nell’Occhio impedito. Lo stesso autore per ci fa sapere che gi in precedenza l’immagine aveva dimostrato i suoi poteri miracolosi, infatti nel 1457 nelle grotte di Santa Romana vi dimorava un drago che divorava pastori e le loro greggi, un gruppo di uomini armati si accinse a combattere il mostro, costoro, passando di fronte all’immagine, chiesero la sua protezione. La Vergine esaud la loro preghiera infatti il drago fu ucciso. Una costola del mostro, conservata nell’attuale tempio della Consolazione, venne portata in voto alla Vergine.
Si sa con certezza che nel 1508, prima dela costruzione del tempio, il vescovo di Todi concesse un’indulgenza di quaranta giorni ai visitatori della cappella provvisoria.
Tempio di Santa Maria della Consolazione, 06059 Todi PG, Italy
Santa Maria della Consolazione
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