Santa Maria ad Undas

Verso la fine del ‘400, quando ormai la pieve andava giuridicamente perdendo la sua consistenza, la chiesa venne ulteriormente ampliata, quasi ricostruita ex novo, e assunse l’aspetto che mostra ancora oggi. L’edificio liturgico, ad aula unica, ha un tetto a capanna, sostenuto da quattro arcate a sesto acuto. La lunga navata, divisa in cinque campate, si presenta semplice e austera, ricoperta di affreschi di pregevole fattura. Negli anni Sessanta del secolo scorso l’edificio ha subito numerosi restauri.Descrizione: In una cornice di legno e stucco di scarso valore, viene conservata una formella cinquecentesca rappresentante la Vergine con il Bambino dormiente. Ritenuta sino ad alcuni anni fa terracotta dipinta, è in realtà un impasto in calcestruzzo. Entrata in uso: tra l’anno 1501 e l’anno 1599 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Sui pilastri e sulle pareti laterali del santuario Note sulla raccolta: Si tratta di numerosi ex voto affrescati sulle pareti del santuario, che ritraggono una deposizione dalla croce, una Madonna con il Bambino, santa Lucia, una Vergine con il rosario (che reca il cartiglio HOC HOPUS FIERI VOLLIT MARGARIDA DA PONTIS 1576) e un polittico con altri santi venerati dalla popolazione locale. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Altro Conservazione attuale: In loco

Verso la fine del Settecento il santuario conobbe un lento declino fino a diventare un magazzino dove, secondo una relazione parrocchiale, ci si recava per alloggiare, battere e ribattere le biade. L’ultimo tentativo di riaprire al culto l’antica pieve fu fatto nel 1928, tuttavia senza esito. Secondo la tradizione, il santuario sarebbe sorto dopo che un mercante di immagini sacre, sorpreso da una tempesta sul passaggio tra il fiume Chiese e il lago d’Idro, perse una delle sue icone tra le acque. Sprezzanti del pericolo, alcuni abitanti si sarebbero gettati a recuperare l’icona che poi sarebbe stata traslata nella pieve. La prima testimonianza documentata di una dipendenza del santuario-pieve dal vescovo di Brescia risale al 1357, quando ci si appellò al vescovo di Brescia per una controversia. La sentenza del presule scontentò Santa Maria che fece ricorso all’arbitrato dell’arcivescovo di Milano. Il vescovo di Brescia, comunque, intervenne poco nella vita della pieve; da ricordare tuttavia una lite avvenuta nella seconda metà del Cinquecento quando il vescovo Gradenigo tolse al santuario il vicariato foraneo, che aveva ottenuto dal predecessore, il vescovo Bollani, nel 1560. Iniziò così una lunga controversia, terminata solo nel XVIII secolo con la vittoria di Santa Maria che riottenne il vicariato.

25074 Idro, Province of Brescia, Italy


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