Sant` Eleuterio pellegrino

L’interno è suddiviso da tre navate coperte da capriate in legno.Descrizione: Il principale oggetto del culto sono le reliquie del santo, traslate in epoca imprecisata ad Arce, e quindi collocate, dopo i restauri settecenteschi della chiesa, sotto l’altare di sinistra, dove sono venerate. Alla fine del XVI secolo risalgono invece le due prime raffigurazioni pittoriche a noi note di Sant’Eleuterio. Il documento iconografico più antico è con ogni probabilità costituito da una tela, attualmente visibile in copia nella chiesa che è stata di recente attribuita al cassinese M. Mazzaroppi e datata intorno al 1590. Sant’Eleuterio è rappresentato con due cani ai piedi, la chiave e la serpe. Entrata in uso: tra l’anno 1564 e l’anno 1600 Immagine: Statua, Dipinto Reliquia: Ossa
Ubicazione originaria del Santuario: Intorno alle immagini di Sant’Eleuterio Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Oggetti di oreficeria, Oggetti vari, Fotografie Conservazione attuale: In loco

Ciò che rimane è la leggenda relativa alla venuta del santo nella regione (Acta SS., Mai, VI, Venezia 1739, p. 416). Eleuterio nacque in Scozia da nobile ed agiata famiglia, si convertì al Cristianesimo e nel 629 partì, con altri fedeli, in pellegrinaggio, alla volta della Palestina. La tradizione racconta che, al ritorno dalla Terra Santa, Eleuterio percorresse la Via Appia e la Via Latina, per recarsi a Roma. Giunto ad Arce, di notte, nei pressi della torre, Eleuterio chiese alloggio al padrone dell’unica locanda esistente, ricevendone in risposta un netto e sgarbato rifiuto; in più, l’oste gli aizzò contro due grossi e feroci mastini i quali però, invece di azzannare il pellegrino, al suo cospetto si fecero mansueti, accoccolandosi ai suoi piedi. Il mattino dopo il pellegrino fu ritrovato disteso in terra, morto, al cui corpo i due cani facevano la guardia, mentre alcune serpi gli rendevano omaggio lambendogli i piedi; inoltre, la locanda era invasa da moltissimi animali. Sul corpo fu trovata una chiave, al cui tocco i cani erano diventati buoni. Nel 1921, una sottoscrizione cittadina consentì agli abitanti di Arce di restaurare e ampliare la chiesa. La chiesa fu voluta dal duca Giacomo Boncompagni di Sora.

03032 Arce FR, Italy


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