Nell’assetto originario il sepolcro di Gennaro consisteva in un semplice loculo aperto su una parete, in posizione pressochè centrale, della grande galleria centrale; sulla fronte del sepolcro, Damaso fece applicare uno schema ornamentale ispirato ad uno pseudo ciborio, con due colonne di porfido sormontate da capitelli ai lati del sepolcro sui quali si pose un architrave marmoreo; la lastra posta a firma dei lavori con la semplice dedica al martire da parte del papa, rinvenuta nel 1863 dal de Rossi a poca distanza, doveva essere affissa sulla parte inferiore, su una sorta di parapetto-mensa, al di sopra del quale era possibile traguardare il sepolcro mediante transenne traforate. La parete e il piano pavimentale, poi, furono per buona parte rivestiti di lastre di marmo sulle quali si rifletteva la luce che filtrava attraverso l’apertura quadrangolare posta nella volta proprio in corrispondenza del sepolcro. Per favorire l’affluenza dei visitatori che si raccoglievano presso la tomba soprattutto il giorno del dies natalis del martire, di fronte a questa venne eseguito uno sbancamento della roccia per costituire una ampia abside delimitata alle due estremità da cancelli marmorei.Descrizione: tomba/corpo Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

I due poli cronologici entro cui inserire la vita del santuario sono forniti dalla Depositio Martyrum nel Cronografo del 354, che ricorda già la commemorazione del martire nella catacomba di Pretestato, e la fine del IX secolo, periodo della compilazione dell’Itinerario di Einsiedeln, che costituisce l’ultima attestazione del santuario. Non ci giungono notizie sulla quanto mai probabile traslazione delle reliquie all’interno della città. Durante il pontificato di Gregorio I (590-604) il prete Giovanni, inviato dalla regina Teodolinda, preleva gli olea sancta anche sul sepolcro di questo martire (Valentini – Zucchetti, II, p. 44).

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