Con il sopraggiungere di numerose offerte e lasciti, nel 1704 venne costruita la chiesa attuale, che ha subito un intervento di riordino, diretto dal pittore Giovanni Misani, nel 1967. Rimaneggiata la facciata, dopo il crollo parziale del 1854, l’interno si presenta a una sola navata con copertura a botte. L’edificio è affiancato da un campanile eretto nel 1707-1708 e dalla casa del custode con porticato per l’accoglienza dei pellegrini.Descrizione: Sull’altare è custodita la statua oggetto di culto, in terracotta, raffigurante la Madonna con il Bambino, a ricordo dell’antico simulacro venerato nella prima cappella, secondo la leggenda ritrovato su di un fico, avvolto dai covi. La statua attuale è conservata in un’edicola, al di sopra del settecentesco complesso dell’altare. Entrata in uso: tra l’anno 1700 e l’anno 1711 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Lungo le pareti del santuario. Un tempo le pareti laterali erano coperte da tavolette in legno raffiguranti le guarigioni da malattie, poi tolte per ragioni di decoro. Non è più reperibile nemmeno una tela ex voto raffigurante la processione del popolo di San Vito verso la ricostruita cappella, svoltasi il 9 agosto 1674, come ringraziamento per la fine di un periodo di siccità. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte Conservazione attuale: Medaglioni in marmo nelle pareti della navata centrale: in particolare si segnalano due medaglie in marmo a ricordo dello scampato pericolo di alcuni membri della famiglia Turina, assaliti da banditi mentre erano in viaggio, il 26 febbraio 1825.
La costruzione del santuario, su di una preesistente cappella votiva, sarebbe avvenuta a seguito di una apparizione della Vergine nel 1668. La Madonna chiese ad una sordomuta dodicenne, secondo la tradizione Brigida Busetti, di liberare dalle macerie la cappella, distrutta e profanata da una incursione di militari. La fanciulla ebbe miracolosamente il dono della voce e, a tale notizia, numerosi devoti eressero l’antica struttura votiva che nel 1704 fu trasformata nell’edificio attuale.
La visita Offredi del 1807 riporta il tradizionale racconto, secondo cui nel 1668 la Vergine sarebbe apparsa a una dodicenne sordomuta, nota in seguito come Brigida Busetti, che si stava recando con vivande dal padre, al lavoro nei campi. La fanciulla, acquistata miracolosamente la parola, riferì il volere di Maria al genitore, ovvero che fosse recuperato il simulacro della Vergine, ricoperto da sterpaglie, posto in una cappella diroccata, che era stato oggetto del vandalismo di alcuni soldati. Il padre della fanciulla si recò sul luogo indicato, ritrovando la statua su di una pianta di fico, avvolta dai rovi.
Tradizionalmente eretto dopo il 1668, a seguito del ritrovamento di un antico simulacro della Vergine, il santuario fu eretto nel 1704, come attesta una lapide al di sopra del portale. Da segnalare il crollo di parte della volta della navata avvenuto nel 1854. In facciata sono ora collocate alcune lapidi un tempo all’interno del santuario, che ricordano la consacrazione dell’edificio l’8 dicembre 1704 e le indulgenze concesse da Pio VII nel 1807. Sono inoltre visibili le iscrizioni sepolcrali del fondatore dell’edificio, Giovan Battista Ceo e del fratello Francesco, che fu il primo cappellano prepostovi.
Il parroco di San Vito, don Celestino Talamazzi, ottenne il 10 novembre 1807 un privilegio perpetuo per l’altare maggiore, da papa Pio VII; nel medesimo giorno fu concessa un’indulgenza plenaria per sette anni, da rinnovarsi nelle feste della Vergine; l’indulgenza plenaria nei tre giorni festivi della Pentecoste (bolla 22 dicembre 1716), con la facoltà a due confessioni di assolvere i peccati riservati al pontefice.
La fondazione del santuario-oratorio nel 1704 si ebbe grazie all’opera congiunta del parroco di San Vito, Giovanni Battista Ceo e delle confraternite del Santissimo Sacramento e della Beata Vergine del Carmelo. Il fratello del sacerdote, Francesco Ceo, divenne il primo cappellano del santuario, come da lapide. Le visite pastorali registrano nei secoli la presenza di propri cappellani, tranne in alcuni periodi, in cui vi erano comunque dei custodi, residenti in una attigua abitazione.
Non è chiaro se il santuario avesse un effettivo patrono. E’ noto infatti che la chiesa venne eretta nel 1704 per interessamento del parroco di San Vito, dei parrocchiani e del nobile Geronimo Silva, dopo che il terreno stabilito per l’erezione era stato donato dall’Ospedale Maggiore di Cremona.Dalla visita pastorale Litta del 1719 emerge che contribuirono all’edificazione anche le locali confraternite del Santissimo Sacramento e della Beata Vergine del Carmelo. Quest’ultima recitava i propri uffici e seppelliva i propri confratelli presso il santuario.
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Nostra Signora della Graffignana
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