Martiri greci

Appartiene ad una fase posteriore dell’edificio, da inquadrare forse tra il VII e l’VIII secolo, il prolungamento, mediante muri in opera laterizia, dell’aula verso sud, uno spazio che gli scavi hanno rivelato libero da sepolture.Descrizione: Spoglie traslate integralmente e riposte entro veri e propri sepolcri, oggetto di monumentalizzazione. Entrata in uso: tra l’anno 336 e l’anno 380 Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

La prima attestazione del santuario è contenuta in un’iscrizione, copiata dall’autore della silloge Turonense, di cui il de Rossi nell’Ottocento rinvenne un frammento, e che lo stesso studioso attribuisce all’età di papa Simmaco (498-514); si deve presumere una continuità di vita del luogo di culto non oltre il IX secolo, epoca della traslazione in massa delle spoglie dei martiri dal suburbio romano nelle chiese intra urbem. Le reliquie dei martiri greci, in particolare, vennero rinvenute nella chiesa di S. Agata alla Suburra. Nel racconto agiografico, assegnato al VI secolo (Acta Sanctorum, Novembris, IV, Bruxelles 1925, 93-99), la nascita del luogo di culto viene connesso alla sepoltura di Paolina, Eusebio, Marcello, Neone e Maria in un ambiente sotterraneo (in arenario: ibid., 97) al primo miglio della via Appia (milliario ab urbe Roma primo).

Via Mazzarino, 16, 00184 Roma, Italy


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