Madonna della Rupe

La chiesa attuale è formata da un’unica grande navata affiancata da una serie di cappelle laterali ricavate in profondi archivolti. La terminazione della navata è data da un ambiente quadrangolare, mentre la copertura è formata da un solaio il cui intradosso, come tutto l’interno della chiesa, è decorato da un apparato realizzato nel 1963. L’interno della chiesa è decorato da un apparato in stucchi e gessi, tipici della seconda metà del secolo XIX: la pilastratura è alleggerita dalla presenza di lesene impostate su basamenti e concluse da capitelli corinzi decorati con festoni di fiori d’acanto. L’altare maggiore è realizzato in marmi policromi ed è databile tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX. Ai lati dell’altare maggiore sono presenti due locali utilizzati come uffici parrocchiali e sagrestia. L’esterno della chiesa è privo di particolari apparati decorativi. La facciata principale è scandita da quattro lesene giganti che sorreggono un timpano triangolare. Il portale d’ingresso in pietra è decorato da semplici modanature e porta l’iscrizione «A. D. 1893», relativa probabilmente alla realizzazione del manufatto a seguito del completamento della ricostruzione della chiesa distrutta dal terremoto del 1857. La copertura della navata centrale è realizzata con struttura a doppia falda coperta con coppi. Le coperture delle cappelle laterali si impostano a quote più basse e sono costituite da un’unica falda coperta con manto di coppi. L’imponente campanile è addossato al lato sinistro della facciata d’ingresso ed è suddiviso in quattro ordini. Non conserva particolari apparati decorativi, salvo semplici cornici marcapiano, ed è completamente realizzato in tufo del Raparo lasciato a vista. Nel 1908 fu costruita invece la piccola cappella di montagna a navata unica: la data è riportata sul portale d’ingresso della chiesetta.Descrizione: Statua in legno intagliato, dipinto e dorato del secolo XV e di ignoto autore lucano. La Madonna è seduta su un piccolo trono e regge il Bambino, collocato al centro della composizione e sulle ginocchia. Il Bambino con la mano sinistra regge il globo e con la destra benedice. Ambedue le statue sono coronate e pesantemente dorate fino ad appiattire la percezione della composizione. Il braccio destro della Vergine è alzato e proteso in avanti a sorreggere un oggetto, attualmente un mazzo di fiori. Secondo la tradizione locale, prima dei vari interventi di restauro la statua sarebbe stata del tipo della Madonna nera. Sul trono si legge un’iscrizione: «HOC SIMULACRUM ERAT VASTATUM ET FUSCUM PROPTER ANTIQUITATEM. AT ANNO D.NI 1679 DE EIUS BONIS FUIT APTUM ET COLORATUM, ASSISTENTE ARCHIPRESB. CARTOLANO PER LABELLA A MISSANELLO. AD HONOREM MAGIS AUGENDAM DEVOTIONEM HOC SIMULACRUM B. VIRGINIS, EX MOTU DOMINICI CARTOLANO CUN CONCORSO.» La statua, in base all’iscrizione, è stata restaurata una prima volta nel 1679. Altri interventi sono attestati nel 1712, quando fu realizzata l’ indoratura, nel 1876, nel 1918 ed infine nel 1956 quando, ad opera di artigiani di Ortisei, furono sostituite le teste della Madonna e del Bambino1. Questi due ultimi manufatti sono ancora conservati nella chiesa e confermano una datazione al secolo XV ed un’iconografia tardo-gotica desumibile dalla collocazione centrale del Bambino e dal panneggio caratterizzato dalla presenza di lunghe pieghe. Entrata in uso: tra l’anno 1400 e l’anno 1499 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Sconosciuta. Note sulla raccolta: Nel passato si donavano alla Vergine vari oggetti, come trecce di capelli e abitini votivi. Oggi è rimasta solo l’usanza di donare oggetti di oreficeria. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Oggetti vari, Altro Conservazione attuale: Sconosciuta.

L’originaria chiesa urbana di S. Maria della Rupe risaliva probabilmente all’epoca medievale: nel 1790 lo storico locale Francesco Saverio Roselli scorgeva nelle sue mura impronte dei secoli IX-X. Al tempo delle persecuzioni iconoclaste la statua, già venerata dal popolo, sarebbe stata sottratta ai persecutori e nascosta nel cavo di una rupe. Circa un secolo dopo un pastore sordomuto, Mario Conte, portando a pascolare le capre vide la buca, vi entrò e vi scoprì la statua. Tornatagli la favella, andò subito a riferire l’accaduto alla gente. Secondo un’altra versione, il pastore, vista la buca che nel fondo aveva dell’erba, vi scese conducendo con sé le caprette. A causa del freddo intenso, volle accendere un fuoco. Raccolse perciò degli sterpi ma, per quanti tentativi facesse, il fuoco si spegneva sempre mentre invece ardeva la terra sottostante. Meravigliato, picchiò con la mazza sul terreno e si accorse di battere sul legno di una cassa. Quando riuscì ad alzare il coperchio, scoprì che vi era conservata l’antica statua. Corse allora in paese a raccontare l’accaduto e tutti l’ascoltarono con grande meraviglia, dal momento che lo conoscevano sordomuto. Il clero ed il popolo si recarono quindi sulla rupe e riportarono il simulacro nell’antica chiesa del paese dove il culto verso la vetusta statua della Vergine riprese con rinnovata intensità. In seguito al sisma del 1857 la chiesa del paese crollò e sarebbe rimasta in piedi solo la nicchia dove era conservata la statua della Vergine. Nella platea della matrice chiesa di S. Lorenzo compilata nel 1729, la chiesa risulta in possesso del clero della predetta chiesa.

85030 San Martino D’agri PZ, Italy


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