Non lontano dal luogo ove sorgeva il primo santuario, viene edificato nel 1971 un nuovo edificio. Esso si presenta a navata unica con tetto a spioventi ed abside quadrata. All’esterno facciata a capanna con un unico portale ed ampio porticato lungo i fianchi della chiesa. In corrispondenza del presbiterio, sul lato sinistro, si erge il campanile. Completa il complesso cultuale, il muro ad abside e la gradinata circolare realizzate in memoria dell’antica cappella.Descrizione: Nel dipinto, la Vergine con in grembo il Bambino, figura seduta sullo sfondo di un’ampia veduta di un paesaggio rurale. Ella, con indosso una tunica rosa ed un manto verde scuro, trattiene con entrambe le mani il Bambino nudo. Questi, colto nell’atto di divincolarsi, si aggrappa ad un lembo del manto materno. Due angeli incoronano il capo della Madonna mentre reggono un cartiglio inscritto sul quale si legge: REGINA COELI/ LAETARE/ ALLELUIA. La tavola deturpata nel 1914, allo stato attuale è databile alla fine del XVI secolo e, secondo la critica, variamente riferibile alla bottega di Antonio Stabile o ad Orazio Jacobotta. Immagine: Dipinto
Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Fotografie Conservazione attuale: Un’iscrizione sul luogo dove sorgeva il primo santuario ricorda la liberazione dall’epidemia di colera del 1813 per intercessione della Madonna del Bosco.

Nel 1503, al tempo della Disfida di Barletta, la madre dello spinazzolese Giovanni Capoccio (protagonista accanto ad Ettore Fieramosca del duello contro i francesi) si reca a pregare, tra le altre chiese, anche alla cappella di Santa Maria del Bosco. Antonio da Stigliano, I santuari mariani, 1937, pp. 72- 75. Il dipinto della Madonna del Bosco, viene profanato nel 1896 e, in particolar modo nel 1914 quando viene devastato. Un’iscrizione murata sull’abside del vecchio santuario ricorda l’episodio. Dopo qualche mese i frammenti della tavola vennero ritrovati nella campagna circostante il santuario; l’immagine ricomposta venne riportata nel santuario celebrando un triduo di riparazione e di ringraziamento.

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