La costruzione consiste in un solo ambiente coperto con volta a botte ed illuminato da due finestre: una sul lato destro ed un’altra circolare sul fronte. L’ingresso alla cappella è coperto da una tettoia chiusa lateralmente con la sopraelevazione del grosso muro che delimita il terrazzino su cui sorge l’eremo. All’interno c’è solo un piccolo altare, rialzato di un gradino rispetto alla quota dell’ingresso.Descrizione: Oggetti del culto sono l’eremo in cui morì il Beato e l’abito da lui indossato, ora conservato nella chiesa del convento di San Giuliano. La devozione dei fedeli si manifestò`subito dopo la morte del beato Vincenzo e rimase talmente viva nei secoli successivi da indurre i religiosi del convento ad aprire il processo per il riconoscimento canonico del culto. Entrata in uso: tra l’anno 1450 e l’anno 1500 Reliquia: Tessuto Luogo: Grotta
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile
Il Mazara nel Leggendario francescano così riferisce:Alcune volte fu trovato in contemplazione, elevato col corpo in aria privo di sensi come se fosse morto. La tradizione narra che dopo la morte della Beata Cristina da Lucoli, monaca del monastero di Santa Lucia dell’Aquila, il Beato ne vedeva l’anima salire al cielo, portata dagli angeli, mentre una gran luce illuminava il bosco di San Giuliano.
Il vicino convento di San Giuliano fu costruito nella prima metà del XV secolo, pertanto si può supporre che il piccolo oratorio in memoria sia di poco posteriore: era il luogo di ritiro preferito dal Beato Vincenzo dell’Aquila, il quale visse nel convento nella seconda metà dello stesso secolo.
Frate Vincenzo, laico francescano, nacque a L’Aquila nel 1435. All’età`di quattordici anni prese l’abito nel convento di San Giuliano dove morì nel 1504. Il culto, previo regolare processo, fu riconosciuto da papa Pio VI il 19 settembre 1787.
67100 L’Aquila, Italy
Eremo di San Giuliano
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