La chiesa, di stile barocco, sorge alla sommità di una scalinata che conduce sul Colle della Minerva o dei Martiri.
Ha un’unica navata con sei altari laterali addossati alle pareti.Descrizione: Il santuario custodisce alcune reliquie dei Beati 800 Martiri di Otranto, le cui ossa sono venerate nella cappella loro dedicata nella Basilica Cattedrale di Otranto. Una parte di tali ossa si conserva anche a Napoli nella chiesa di Santa Caterina a Formiello. Entrata in uso: nell’anno 1481 Immagine: Dipinto Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: No
Attualmente è in corso la causa di canonizzazione del Beato Antonio Primaldo e 800 Compagni Martiri di Otranto. La causa è affidata alla Postulazione Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali, che annoverano tra gli 800 Martiri un gruppo di sei confratelli del convento di San Francesco d’Assisi in Otranto. Sebbene la causa di canonizzazione sia incentrata sul martirio degli 800 idruntini, pur tuttavia vengono esaminati alcuni miracoli loro attribuiti. Tra gli eventi miracolosi va ricordato l’episodio particolare del corpo di Antonio Primaldo prodigiosamente levatosi in piedi dopo la sua decapitazione e fattosi immobile sino alla fine della strage; la conversione del carnefice Berlabei che, impavido, sostenne l’orribile supplizio del palo; il periodo di tredici mesi, precisamente dal 14 agosto 1480 all’8 settembre 1481, durante il quale i corpi dei martiri rimasero insepolti e incorrotti, non furono toccati dai cani, dalle bestie selvatiche o dagli uccelli rapaci, nè subirono decomposizione; spesso, anzi, furono visti avvolti ed illuminati da raggi luminosi.
Dopo la liberazione della città di Otranto dai Turchi avvenuta l’8 settembre 1481, il papa Sisto IV il 13 ottobre dello stesso anno ordinò all’Arcivescovo di Brindisi, il portoghese Francesco de Arenis, vicerè nella provincia di Terra d’Otranto, di far trasportare i corpi dei Martiri dalla chiesa di Sant’ Eligio, fuori la Minerva, nella cripta della Cattedrale. Gli otrantini, comunque, vollero onorare anche il luogo dove i loro concittadini avevano subito il martirio per la fede in Cristo e, pertanto, eressero una cappella sul Colle della Minerva, che iniziarono a chiamare Colle dei Martiri. Coinvolsero il duca di Calabria, Alfonso d’Aragona e il papa Sisto IV, il quale – in quella circostanza – non solo autorizzò la costruzione della cappella, ma usò esplicitamente l’appellativo di Martiri. Nel punto più alto della collina, dove gli Ottocento furono decapitati per la fede cristiana, il duca di Calabria, Alfonso d’Aragona, costruì, dopo la riconquista della città, un tempio dedicato a Santa Maria dei Martiri, ex devotione illarum animarum. Della primitiva chiesa parlano, oltre che gli storiografi e cronisti del tempo, tutte le Visite pastorali, nella parte extra moenia civitatis: da quella del 1538-40 riportata nei processi del 1771, alle seguenti, fino al Sinodo diocesano del 1729. Negli Atti della Santa Visita del 1538-1540 si legge tra l’altro: …sita in loco ubi interfecti fuerunt a Turcis viri et cives hydruntini quorum sancta ossa sunt recondita in cappella Sanctae Mariae de Martyribus in Ecclesia cathedrali hydruntina, – fuit autem constructa illa ecclesia ex devotione illarum beatarum animarum partim ab universitate hydruntina et partim ab honorando domino castellano Arcis hydruntinae (…). Ipsa ecclesia est bene constructa ad voltam lambiae (…) adhuc non habet altare et divina officia adhuc non celebrantur (…). L’attuale chiesa di Santa Maria dei Martiri sul Colle della Minerva risale al 1614, durante il governo dell’Arcivescovo Lucio de Morra e fu costruita, sull’area dell’antica chiesa dei Martiri, per devozione dei coniugi leccesi Giovanni Francesco Arnesano e Marzia Leucia (il cui stemma si vede all’interno, sulla volta, all’incrocio degli archi) come si legge nell’iscrizione posta sul portale del santuario: D.O.M. et Sanctis Martyribus Hydruntinis a Turcis ob Christi Fidem constantissime servatam crudeliter caesis, et Divo Francisco Paulano, victoriae auguri templum claustrumque olim a Duce Calabriae conditum, vetustate pene collapsum, a fundamentis in ampliorem formam redactum, majore redditu locupletatum Joannes Franciscus Arnesanus lupiensis et Martia Leucia coniuges pietatis ergo PP.DD. Anno Domini MDCXIV. Sull’architrave della porta d’ingresso un’altra epigrafe esalta la costanza dei Martiri, resi immortali nella gloria: Constantia sua facti sunt immortales MCCCCLXXX. La chiesa, inizialmente dedicata ai Martiri di Otranto e a San Francesco da Paola, fu dichiarata santuario diocesano con il titolo primitivo di Santa Maria dei Martiri con decreto dell’Arcivescovo di Otranto mons. Vincenzo Franco in data 12 agosto 1990.
– 14 agosto 1480: martirio degli 800 Otrantini sul Colle della Minerva. – 13 ottobre 1481: Sisto IV ordina all’Arcivescovo di Brindisi Francesco de Arenis di far trasportare i corpi dei Martiri dalla chiesa di Sant’Eligio, fuori la Minerva, nella cripta della Cattedrale di Otranto. – 1482: Le relique sono collocate nella cappella dei Martiri nella Cattedrale, ad opera di Ferdinando I d’Aragona. – 1484: Alfonso d’Aragona, duca di Calabria, ottiene dal papa Innocenzo VIII la facoltà di traslare a Napoli alcuni corpi dei Martiri nella chiesa di Santa Maria Maddalena, chiamata d’allora in poi Santa Maria dei Martiri. – 1500 ca.: Pietro Colonna, il Galatino, riporta nel commentario all’Apocalisse la sua testimonianza oculare sul martirio degli Ottocento. – 1510: Antonio de Ferrariis, il Galateo, fa la sua relazione nel De situ Japigiae, come testimone auricolare, molto vicino ai fatti ed alle persone che ne furono protagonisti nel 1480. – 1537: Giovanni Michele Laggetto scrive la Historia della città di Otranto, con speciale riferimento agli avvenimenti del 1480. – 1539: inizia in Otranto il processo ordinario per la causa di canonizzazione dei Martiri: ne è presidente l’Arcivescovo Pietro Antonio de Capua, rappresentato dal suo vicario generale Antonio de Beccariis, Vescovo di Scutari. – 1614: costruzione della chiesa di San Francesco da Paola sul Colle della Minerva, durante l’episcopato dell’Arcivescovo Lucio de Morra. – 1677/80: l’Arcivescovo Ambrogio Maria Piccolomini revisiona il processo iniziato nel 1539. – 1755/56: si redigono gli atti del processo per l’ Introduzione della causa dei Martiri d’Otranto, durante l’episcopato dell’Arcivescovo Nicolò III Caracciolo. – 7 aprile 1770: la Sacra Congregazione dei Riti si riunisce nel Palazzo Apostolico del Quirinale, sotto la presidenza del card. Andrea Corsini, ponente della causa, per decidere, tra l’altro, super signatura commissionis introductionis causae Servorum Dei Antonii Primaldi et Sociorum Martyrum Hydruntinorum. Durante lo stesso anno, per ordine della Sacra Congregazione dei Riti, si rifanno gli atti del processo per l’introduzione della causa: ne è presidente il Vescovo di Lecce, Alfonso Sozy-Carafa, in sostituzione dell’Arcivescovo di Otranto, Giulio Pignatelli,trasferito a Salerno. – 14 dicembre 1771: Bolla di Clemente XIV, con la quale si conferma il culto prestato ab immemorabili tempore ai Beati Martiri Otrantini, Antonio Primaldo e Soci. – 21 luglio 1772: Clemente XIV approva l’orazione e le lezioni proprie, da recitarsi nell’Ufficio Divino dei Beati Martiri di Otranto, il 14 agosto, ab utroque clero dell’Arcidiocesi di Otranto. – 14 agosto 1880: inaugurazione della lapide marmorea sul Colle della Minerva, in occasione del IV centenario del martirio. – 5 ottobre 1980: visita del papa Giovanni Paolo II ad Otranto nel V centenario del martirio (Il Santo Padre presiede la celebrazione eucaristica nel Parco dei Martiri sul Colle della Minerva e visita il santuario di Santa Maria dei Martiri). – 12 agosto 1990: erezione canonica del santuario diocesano di Santa Maria dei Martiri con Bolla arcivescovile n. 202/90 dell’Arcivescovo di Otranto mons. Vincenzo Franco. – 16 febbraio 1991: nella cripta della cattedrale l’Arcivescovo di Otranto mons. Vincenzo Franco introduce il processo diocesano per la Canonizzazione dei Beati Antonio Primaldo e Compagni Martiridi Otranto, nominando il Postulatore e il Tribunale Ecclesiastico.
Il santuario è affidato attualmente alla cura spirituale del clero secolare.
Il 2 giugno 1542 con atto del notaio regio Bernardino Juranni, alla presenza del sindaco Nicola Morisco, la chiesa fu concessa ai Padri Minimi di San Francesco da Paola che si insediarono e abitarono il convento annesso, costruito per unire a quello dei Martiri il loro quotidiano sacrificio spirituale e per possedere una chiesa sub vocabulo Sanctae Mariae de Martyribus, aedificata ad honorem omnipotentis Dei e per le anime di alcuni uomini di detta Città uccisi dai Turchi nel tempo che la Città fu presa da essi, per servizio della fede cristiana (dall’atto giuridico stipulato con il Provinciale dei Minimi, padre Valentino di Montaldo). Il santuario diocesano di Santa Maria dei Martiri, eretto canonicamente nel 1990, è affidato alla cura spirituale del clero diocesano.
SP87, 12, 73028 Otranto LE, Italy
Santa Maria dei Martiri
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