Si ignorano le caratteristiche della chiesa prima dei lavori settecenteschi.Descrizione: Si tratta di una tavola con l’immagine di una madonna con bambino delle dimensioni 65 cm. X 35 cm. (ma il Bombelli (Raccolta delle Immagini della B.ma Vergine ornate dalla corona d’oro, t. III, Roma 1792) scrive che il dipinto era di cm. 160 x 80, è ipotizzabile che il dipinto più antico sia stato ridotto per adattarlo alle dimensioni dell’altare). Racchiusa in una cornice di legno lavorato che riproduce una quercia con ai piedi un montone e un bue, simboli dell’arte dei macellai. E’ una copia della seconda metà del XVI secolo o degli inizi del XVII secolo che una tradizione, alla quale viene dato poco credito, attribuisce ad uno dei Carracci o alla loro scuola. L’immagine venne esposta sull’altare maggiore appesa ad un ramo di quercia d’argento. Nel 1670 l’immagine fu incoronata. Durante il lungo restauro della chiesa dei primi decenni del ‘700 (fino al 1731) l’immagine non fu sottratta alla pubblica venerazione, ma esposta nella vicina chiesa di Santa Brigida a Piazza Farnese. Entrata in uso: tra l’anno 1550 e l’anno 1650 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Furono trovati numerosi ex-voto durante i lavori di ristrutturazione nascosti da un muro oggi demolito, all’interno di un vano adiacente alla chiesa. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria
La chiesa a partire dalla fine del XII secolo o inizi del XIII, era dedicata al santo taumaturgo Nicola di Bari. Il santuario mariano, di cui ci occupiamo, nasce invece nel XVI secolo sull’onda della grande diffusione nel Lazio settentrionale e in Toscana della devozione alla Madonna della Quercia di Viterbo (vedi scheda relativa). Furono proprio i maremmani (termine generico con cui si indicavano gli abitanti della Tuscia) residenti a Roma a diffonderne il culto. Nel 1507 ottennero da Giulio II la cura della piccola chiesa di S. Nicola de curte. Nel 1523 la Confraternita dei Macellai si trasferì nella chiesa e ne ottenne la cura ufficialmente il 30 agosto 1532 con una bolla di Clemente VII. Nel 1555 per la prima volta appare su un catalogo il nome di Santa Maria de quercu. La Confraternita effettuò dei lavori di restauro e espose alla pubblica venerazione una copia dell’immagine della Madonna della Quercia di Viterbo. Agli inizi del XVIII secolo la chiesa fu ricostruita e venne solennemente consacrata il 27 maggio 1738 dal Vicario Generale Card. Giovanni Antonio Guadagni. Sotto Pio IX furono effettuati nuovi lavori di restauro e la chiesa venne riconsacrata dal Vicario Generale card. Costantino Patrizi. Dopo la seconda guerra mondiale il santuario ebbe un lungo periodo di abbandono fino a che il Consiglio della Confraternita dei Macellai non decise a proprie spese di dare avvio ai nuovi lavori di restauro della chiesa che venne riaperta solennemente il 26 marzo 1961.
Sisto V arricchì la chiesa di numerose indulgenze.
La chiesa venne affidata alla confraternità già prima del 1532. Ma è in quest’anno che venne confermata la nascita della confraternita da Clemente VII. I macellai si riuniscono tutt’oggi per le celebrazioni liturgiche e per adempiere alle opere di carità.
Rione VII Regola, Roma, Italy
Santa Maria della Quercia
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