La costruzione della chiesa di S. Stefano, che doveva sostituire quella precedente del Settecento, ormai in precarie condizioni a causa della instabilità del terreno, fu iniziata nel 1925, su progetto dell’architetto Lorenzo Basso, in stile neogotico e fu ultimata nel 1928.
Il maestoso campanile di pietra, che si erge nel piazzale della chiesa, è ancora quello appartenente al complesso originale settecentesco: fu oggetto di restauro nel 1931.Descrizione: Il dipinto (su rame) rappresenta la Madonna di Guadalupe: la Beata Vergine è raffigurata in piedi sulla mezzaluna in atteggiamento di preghiera, a mani giunte, ricoperta di un manto azzurro trapunto di stelle e di un abito rosa. Entrata in uso: tra l’anno 1802 e l’anno 1802 Immagine: Dipinto Descrizione: Nel 1811 il cardinale Giuseppe Doria, segretario di stato di Pio VII, donò alla parrocchia di S. Stefano una tela della stessa Madonna di Guadalupe, che apparteneva alla sua famiglia. La tela sostituì sull’altare maggiore della chiesa la precedente immagine su rame, ora conservata presso la sede parrocchiale. Entrata in uso: tra l’anno 1811 e l’anno 1811 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Nel retro dell’altare maggiore in appositi contenitori. Note sulla raccolta: Oggetti preziosi, di oreficeria d’oro e d’argento. Molti ex-voto d’argento furono usati per la fusione del tempietto del nuovo ostensorio; oggetti d’oro sono stati usati per la fusione della corona aurea della Madonna. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria Conservazione attuale: Per motivi di sicurezza omettiamo la collocazione attuale. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Tassi P., La Madonna di Guadalupe – S. Stefano d’Aveto, GENOVA, Arti Grafiche B. N. Marconi, 1992.
Memorie scritte presso l’archivio del Santuario
Nel 1802, un giovane del paese – Antonio Domenico Rossi, poi studioso, artista e storico di Piacenza – avendo conosciuto presso i Gesuiti di Piacenza, dove studiava, la devozione verso la Madonna di Guadalupe – introdotta nel Messico dai Gesuiti – portò nel suo paese d’origine un’immagine di questa Madonna dipinta su lastra di rame; consegnandola al parroco, gli chiese di esporla in chiesa. Il sacerdote accolse la proposta e la devozione verso questa Madonna venuta da lontano si diffuse rapidamente. Il santuario è sorto nella chiesa parrocchiale del paese.
BIBLIOGRAFIA – Oltre ai testi specificamente dedicati a questo luogo di culto si rinvia ad alcuni repertori significativi che presentano sezioni relative al santuario. – LIBRO – Boccaccia B., ‘Santuari mariani della Diocesi di Piacenza – Bobbio’, Castelsangiovanni 1997 (Presentazione e storia dei seguenti santuari della diocesi piacentina: Beata Vergine Santissima di Guadalupe: pp. 109-115) – LIBRO – Fiorentini E. F., Piacenza cristiana, Piacenza 1998 (Descrizione delle chiese di Piacenza. Il testo presenta riferimenti ai seguenti santuari della diocesi piacentina: Beata Vergine Santissima di Guadalupe: p. 180).
Giugno 1806: il papa Pio VII concede l’indulgenza plenaria, nelle forme prescritte, nel giorno della festività della Madonna. Il documento si conserva presso l’Archivio del Santuario.
16049 Santo Stefano d’Aveto GE, Italy
Beata Vergine Santissima di Guadalupe
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