L’edificio attuale è quasi integralmente opera del XX secolo.Descrizione: Icona bizantina fatta risalire al VI-VII sec. Lo storico cinquecentesco Filoteo degli Omodei raccoglie la tradizione che ne attribuisce la fattura a San Luca. Il monaco bizantino Teofane (educato forse in quel monastero) parla di immagine non manufatta. Oltre all’icona è una vena d’acqua (da cui il nome della località) ad essere ritenuta miracolosa, in quanto fatta sgorgare, secondo la leggenda di fondazione, dagli zoccoli del mulo che trasportava l’icona. Entrata in uso: tra l’anno 597 e l’anno 604 Immagine: Dipinto Luogo: Fonte
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile
Secondo la tradizione locale, sostenuta da alcuni studiosi, il Santuario di Vena sorge sul luogo in cui papa Gregorio Magno costruì il monastero di Sant’Andrea super Mascalas.
Si tramanda che un gruppo di monaci furono mandati da Gregorio Magno sulle pendici dell’Etnea per fondare, in un territorio che faceva parte dei possedimenti siciliani del pontefice, un monastero. I monaci trasportavano su un mulo un’icona. Ad un tratto l’animale si fermò e non si mosse più nonostante i tentativi di fargli riprendere il cammino, ma con gli zoccoli scavò il terreno da cui scaturì una polla d’acqa. I monaci lo interpretarono come segno della volontà divina; si fermarono e costruirono il primo edificio.
Se si accetta la fondazione gregoriana, il monastero sarebbe poi divenuto italo-greco (in quel periodo vi sarebbe stato educato Teofane Cerameo, divenuto vescovo di Taormina). Fu abbandonato durante la dominazione araba.
Pare che il monastero di S. Andrea (se è identificabile con l’annesso santuario) sia divenuto di rito greco tra il VII e il IX secolo. Lo testimonierebbe Teofane Cerameo, divenuto vescovo di Taormina, di cui è tuttavia incerta la figura e la cronologia.
SP68, 95017 Vena CT, Italy
Maria Santissima della Vena
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